Il
Manuka è un miele, come tutti gli altri, ma con una particolarità che lo rende davvero unico e prezioso: il forte, e scientificamente attestato,
potere antibatterico.
Come viene prodotto il miele di Manuka
Il
miele di Manuka è prodotto dalle api che raccolgono il nettare dai fiori di Manuka, termine che in lingua tradizionale maori rappresenta la pianta
Leptospermum scoparium, un fitto arbusto sempreverde, che cresce spontaneamente e immune da qualsiasi inquinamento da migliaia di anni solo nelle distese incontaminate della Australia e della Nuova Zelanda, ricoperto per molti mesi da numerosi fiori rosa, bianchi e rosso scuro, che risultano estremamente attraenti per le api ed il cui colore dipende dalla quantità di cromo presente nel terreno. Questo tipo di miele viene usato come ingrediente principale di alcuni prodotti, come
spray per la gola e
pastiglie a base di miele di Manuka.
Le proprietà antibatteriche del miele di Manuka
Tutti i tipi di miele possiedono una certa proprietà antibatterica dovuta alla presenza del
perossido di idrogeno che spesso però viene drasticamente ridotto o, molto spesso, totalmente eliminato da calore, dalla luce e soprattutto dalla catalasi, un enzima abbondantemente presente nei tessuti e nel siero umano.
Non tutto il miele di Manuka possiede la medesima proprietà antibatterica. Per misurarne e attestarne precisamente il valore si procede quindi con un raffronto con lo standard al fenolo attribuendo, alla fine, il ‘bollino’ UMF (Unique Manuka Factor) e il relativo numero (+5; +10; ecc.) che evidenzia il potere antibatterico complessivo. Il punteggio UMF ha una relazione uno-a-uno allo standard fenolo: in sostanza un miele, ad esempio, con fattore UMF +10 corrisponde ad una soluzione al 10% di fenolo.
La certificazione UMF del miele di Manuka
La “potenza” antibatterica del Manuka viene definita ufficialmente con l’attribuzione del bollino UMF in abbinata ad un numero che ne indica la capacità antibatterica stessa. I produttori neozelandesi più seri hanno dato vita alla
certificazione UMF che è gestita in maniera totalmente autonoma e indipendente dall’
UMFHA (Unique Manuka Factor Honey Association) Committee.
Per ottenere il bollino UMF il produttore deve sottoporre ogni singolo lotto di miele ad una serie di analisi, test di laboratorio e verifiche delle procedure di produzione da questo organismo indipendente.
Il rigido disciplinare e le precise analisi di laboratorio a cui viene sottoposta ogni singola partita di Miele di Manuka sono state definite dal Prof. Peter Molan (MBE – Professore Associato di Biochimica presso l’Università di Waikato – Nuova Zelanda).
Al di là della semplice azione antisettica dovuta al perossido di idrogeno, questo miele neozelandese contiene ulteriori sostanze antibatteriche in quantità elevate come ad esempio il
metilgliossale (MGO, forse più noto anche in Italia con il suo nome inglese methylglyoxal) che però una lunga serie di analisi e prove di laboratorio indipendenti dimostrano non essere responsabile della proprietà antibatterica complessiva del miele che deriva (anche o soprattutto) da altri componenti, non ancora chiaramente identificati ma comunque riscontrabili solo tramite il test al fenolo come previsto dalla certificazione UMF.
A supporto di tutto ciò è fondamentale sottolineare che prove scientifiche eseguite sul Manuka dopo aver inattivato completamente il Methylglyoxal hanno riscontrato la stessa capacità antibiotica presente all’origine. È chiaro, comunque, che il miele di Manuka svolga la sua azione antibatterica in modo completamente differente dagli altri agenti antimicrobici come dimostrano diversi studi clinici.
Quando e come va usato il miele di Manuka?
Il miele di Manuka può essere ingerito o usato sulla pelle
in caso di irritazioni, ferite, herpes. In tali condizioni bisogna applicare una piccola dose di miele sulla parte interessata e proteggere con un piccolo bendaggio.
Il miele di Manuka va assunto
un cucchiaino al giorno, preferibilmente prima di colazione. È consigliabile assumerlo con un po’ di pane o di frutta per aumentarne l’assimilazione da parte dell’organismo ed evitare di bere per i successivi 15-20 minuti dall’assunzione.